Castello di Capestrano

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Il castello di Capestrano fu costruito nel XII secolo in una posizione tale da dominare l’intera piana del fiume Tirino, zona ricca d’acque e sistemi difensivi che s’integrano con il tessuto urbano.

Storia del castello

Il castello è legato alle vicende di importanti dinastie che si sono succedute fino all’abolizione della feudalità: i duchi di Acquaviva di San Valentino, i Piccolomini e per concludere i Medici.

Fu il re Carlo I d’Angiò a passare la proprietà a Riccardo d’Acquaviva per onorarlo del sostegno da lui avuto nella conquista del Regno di Napoli. La fortezza resistette a diversi attacchi, nel 1463 passò nelle mani della famiglia Piccolomini in seguito al matrimonio tra Antonio Todeschini Piccolomini, duca d’Amalfi, e Maria d’Aragona, figlia del re di Napoli. Successivamente il castello venne acquistato dal granduca di Toscana Francesco de’ Medici e nel 1783 passò nelle mani di Carlo III di Spagna della dinastia dei Borbone[1].

Struttura del castello

Il castello si presenta oggi con un impianto quattrocentesco (opera di Antonio Piccolomini intorno alla metà del ‘400) innescato su di una fortificazione precedente di cui rimane come testimonianza una grande torre quadrata orientata in maniera diversa rispetto alle parti restanti. La facciata, che è delimitata da due torri cilindriche a scarpa, con il restauro del 1924 ha subito interventi radicali che hanno manomesso anche gli spazi interni. Sono state costruite delle finestre, con lo scopo di illuminare la zona interna che oggi è sede del Municipio, ed un ingresso, sovrastato dallo stemma dei Piccolomini ( raffigurante cinque mezze lune sormontate da una corona), che si apre sull’affascinante piazza settecentesca.

L’antico ingresso del castello si trovava sul lato opposto ed era caratterizzato da un ponte levatoio che permetteva di attraversare un fossato. Di quest’ antica entrata oggi restano il rivellino, innalzato a difesa dell’accesso, ed i fori delle catene del ponte levatoio che è stato sostituito da una scalinata in pietra.

Altri elementi che rimandano al compito difensivo  della fortezza sono alcune parti di merlatura lungo il coronamento e le bertesche[2].

Il castello presenta un suggestivo cortile interno di stile rinascimentale in marmo che è fiancheggiato da colonne con capitelli fogliati collegate da un architrave.

Nonostante gli interventi di modifica abbiano alterato e compromesso l’aspetto originario del castello, questo è entrato a far parte a pieno titolo tra i più caratteristici esempi di fortificazione abruzzese.

Informazioni utili

Pro Loco, tel. 349-3955914; 347-6054489; 335-6591316;

e-mail: info@proloco-capestrano.it.

In auto

A24/A25 RM-PE uscita Bussi-Popoli/ proseguire in direzione Popoli/ Bussi/ Capestrano da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ Popoli/ Bussi/ Capestrano.

 


[2] Opera difensiva di completamento delle fortificazioni, che si costruiva  in muratura o in legname, fra le merlature o in aggetto alle mura, per poter battere d’alto gli assalitori restando al coperto. Definizione da Enciclopedia Treccani.


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Bibliografia

Latini Marialuce, Guida ai Castelli d’Abruzzo, Pescara, Carsa Edizioni, 2000.

Sitografia

http://www.regione.abruzzo.it/xcultura/index.asp?modello=castelloaq&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuCast2148&tom=148.

http://www.treccani.it – L’enciclopedia italiana.

 

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